La caccia ai contagiati fa venire fuori il peggio di noi. Un consiglio…
di anna granata |
L’articolo 21 della nostra amata Costituzione recita che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…” A questo però si accompagna altro monito, ahimè spesso ignorato in questo particolare momento. Mi riferisco al dettato dell’articolo 656 Codice Penale, in cui si fa espressa menzione circa la pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico. Mi capita di sovente di leggere e ascoltare esagerazioni circa i fatti che interessano i nostri paesi. Alcuni quotidiani fanno titoloni che catturano l’attenzione, infondendo paure e ancor peggio una vera e propria caccia all’uomo. Posso capire la lecita paura per il contagio, ma non riesco a capire l’accanimento che riscontro sempre più spesso in alcuni post sui social.
Vorrei poter dire a tutti – vero è che ci hanno privato di poter gestire il nostro tempo, ma di converso ci hanno regalato tempo prezioso che di sicuro avremmo sprecato. Ognuno di noi oggi può fermarsi e riflettere sulla vita, sulla sua fragilità, sul suo essere preziosa, su quello che circonda. Usiamo il nostro tempo, non scevro da preoccupazioni e paure, per infondere speranza e solidarietà ai nostri figli, fratelli, sorelle, mariti, mogli, genitori o semplici vicini non dimenticando che sono soprattutto persone. Per questo vi chiedo di dire basta alle stupide e aride polemiche, vi chiedo di abbassare quel dito indice pronto sempre ad indicare qualcosa o qualcuno, informate dei rischi ma non generate panico, date suggerimenti ma non fate sermoni, e soprattutto ricordate che “Io” è solo uno dei pronomi, ma che ne esistono altri che hanno la stessa importanza dell’Io, esiste un “Tu” che mi aiuti e mi sostiene, un “Egli” che ha bisogno di me, un “Noi” perché solo insieme si raggiunge un traguardo, un “Voi” perché meritate lo stesso mio rispetto ed infine un “Essi” perché tutti vanno protetti ed amati in quanto figli di uno stesso Dio. Vi dico e mi dico, uniamoci tutti in un grande abbraccio, silenzioso e rispettoso, caldo e rassicurante, aspettando il momento in cui potremmo tutti rincontrarci per strada per poterci stringere e sorridere.