Sta tornando il “pizzo” a Sant’Anastasia? C’è già chi ha lanciato l’allarme
“Hanno iniziato di nuovo. Come negli anni novanta. Come venti anni fa quando venivano ad importi di comprare la mozzarella, la carta ed altre cose. Questo paese rischia di tornare ai tempi bui della camorra che chiedeva tangenti sotto forma di forniture. Questi sono avanzi di galera. Te li ritrovi davanti al bancone, dentro il tuo negozio con la solita faccia che conosciamo tutti… .” A parlare è uno degli esercenti anastasiani del centro storico. Con rabbia riporta ciò che sta accadendo da qualche mese a Sant’Anastasia. E non solo a lui. Tanto che le Forze dell’Ordine sono già in azione per intercettare tutto il giro delle forniture imposte. Da dove vengono prese? Chi fornisce soggetti che si sono lasciati alle spalle anni di galera e che ora ripropongono lo stesso schema di sempre collaudato decenni fa.
Al momento, si preferisce il più stretto riserbo per consentire alle Forze dell’Ordine di fare il loro lavoro. Intanto, però, l’invito a tutti gli esercenti di Sant’Anastasia è quello di non accettare forniture di questo tipo. Rotoloni, carta, liquori e distillati. Oggetti e bevande di vario genere. “Chiunque vi invita – afferma con forza chi combatte l’annoso fenomeno del racket estorsivo in tanti posti della Campania – a comprare in modo strano qualcosa per il vostro esercizio commerciale non fatelo e non lasciatevi intimidire. Se vi fate intimidire, se cedete alla richiesta incoraggiate di fatto coloro che oggi vi chiedono questo, domani vi chiederanno altro”.
Le richieste di questi ultimi mesi, tuttavia, sembrano avvenire ancora con “garbo” e, pertanto, sotto silenzio. Chi chiede di fornire qualcosa, di vendere la merce che ha a bordo, lo fa, ancora, con tutte le attenzioni che si possono mettere in questi casi se chi tenta di vendere è già noto alle Forze dell’Ordine. Molte testimonianze di coloro a cui è stato rivolto l’insolito invito concordano sull’attenzione che, in questa prima fase, i venditori stanno usando. Tuttavia, c’è chi ha già sentito “puzza” di pizzo e di racket estorsivo simile a quella che i commercianti della città ricordano bene. Questa volta, come tutti si augurano, il tentativo sarà stanato dal principio. Chi ha pensato di “gettare” il paese nello stesso clima degli anni bui della camorra e dei clan locali contrapposti ha fatto, di sicuro, i conti sbagliati.