Il “Pacioli” riparte da Attilio Trusio. Identikit del nuovo dirigente
Attilio Trusio, dirigente scolastico di lungo corso, nato nel marzo del 1968, è arrivato alla guida del “Pacioli” il 1 settembre 2024. Non avrebbe mai pensato che l’unica scuola superiore e pubblica che è a Sant’Anastasia sarebbe stata la sua nuova sede di lavoro dopo gli anni passati a Pagani. Lo abbiamo incontrato ed intervistato per rinnovare quel legame solido consolidatosi negli anni passati tra glianastasiani.it, il portale libero d’informazione ed approfondimento sul territorio e “i ragazzi del Pacioli” come abbiamo chiamato lo spazio di quella narrazione. Lo abbiamo fatto dopo gli ultimi “anni bui” durante i quali “il Pacioli” ha avvertito per intero, all’interno come all’esterno, i segni di un disagio diffusi, un isolamento, la difficoltà ad essere in un territorio che chiede presenza. Anche per questo, Attilio Trusio si è messo a lavoro sin dal primo giorno con l’orizzonte e l’idea di una scuola del tutto inclusiva. Aperta, attiva, collegata ai mille rivoli della società civile, attenta a non farsi travolgere dal peggio che circola in giro anche là dove meno ti aspetti. Ecco l’identikit e l’intervista che ne son venuti fuori.
Alla voce “competenze comunicative” di un curriculum vitae che ripercorre tutta la strada fatta finora da Attilio Trusio, anche prima che si laureasse in Economia e Commercio alla Federico II e lavorasse in imprese diverse dalla scuola, prima anche che divenisse dirigente con il Concorso del 2014, ci sono sette righe con le quali si legge di lui che sono “buone le capacità di relazionarsi con gli altri, di ascolto, di comunicazione, di lavorare in gruppo, di gestione dei conflitti e di gestione delle relazioni interpersonali in ambito professionale. Buona capacità di adeguamento ad ambienti multiculturali“. Che “le capacità e le competenze comunicative e relazionali sono state acquisite, sviluppate e messe in pratica attraverso l’attività lavorativa“. Fuor di schema e di parole ricercate per lo scritto, Attilio Trusio, nuovo dirigente del “Pacioli” cerca, in effetti, sempre quel ponte che può portare a dialogare con gli altri con slancio sincero verso quelli che non conosceva prima, quelli che lavorano con lui. Quelli che sono nella stagione della scuola dove c’è anche lui e sono alunni, genitori o sono nel grande gruppo di docenti e personale ATA e, non per ultimo, quella comunità nella quale la scuola si trova. Eppure. Attilio Trusio, nascita e origini nel cuore del capoluogo partenopeo, di Sant’Anastasia, ci dirà poi nell’intervista, conosceva solo il santuario di Madonna dell’Arco, qualche amico di vecchia data e poche altre cose.
In poco più di mezz’ora gli ho detto quante insidie può nascondere Sant’Anastasia. E, ancora, quanti rivoli ha la sua storia recente, quante ferite mai guarite, quanti i pregi e in quanti modi diversi e persino opposti possono essere gli anastasiani. Certo. Più o meno quel che capita in ogni comunità, paese, contrada a seconda delle dimensioni, della mentalità, del modo di agire. Il filo rosso del discorso e dell’intervista a cui tra poco sarà “sottoposto” con domande per nulla “comode” sottende all’idea condivisa che “il Pacioli” ha grandi potenzialità ancora da esprimere. Comunità educante per eccellenza che cerca da anni due ali per volare anche quando trova solo qualche muro alto davanti a sé, che diventa frontiera e separa da tutto ciò che “il Pacioli” (e anche la città dove vive) potrebbe essere ma non è affatto o non è ancora. Nulla di preoccupante se pensiamo che i nati del “68 (l’anno di nascita che ci accomuna) hanno la rivoluzione nella testa e sono spesso molto testardi nel perseguire i segni di ogni utopia, la lealtà, la buona educazione, la lotta alla corruzione. Intanto e di fatto il folto gruppo dei docenti che sono al Pacioli ha accolto il nuovo dirigente con grandi speranze sperando massimamente in un marcato e deciso cambiamento, in un cambio di passo. Sono loro, i docenti di questo istituto, che hanno difeso negli ultimi tre anni un luogo pubblico che ha più di un indirizzo dalla deriva e dall’isolamento. Ora il Pacioli assomiglia ad una nave che vuole e può ripartire verso il mare più o meno periglioso del futuro. Alcuni lavori sono già iniziati. Altri inizieranno a breve assieme al cambiamento di alcune prassi. Dal 1 settembre scorso l’ufficio di Attilio Trusio è una caldera (tanto per restare ancorati al vicinissimo Vesuvio) con nuove idee, grandi propositi e una voglia enorme di riscatto personale e collettivo che cercano il giusto punto di ebollizione per sprigionare quel profumo immenso di cultura e di libertà. Intanto le mie “prime” dieci domande sono già sul foglio della scrivania di Attilio Trusio con l’uso del rigoroso “lei” che un’intervista canonica richiede.
1) Preside Trusio, ci faccia passare la definizione a cui molti di noi sono da sempre stati legati, quella di preside e non di dirigente. Come racconta i primi due mesi e poco più che ha vissuto qui a Sant’Anastasia?
«Prima di tutto la ringrazio per l’attenzione rivolta alla mia persona dalla Sua testata giornalistica. Sicuramente io mi sento Preside e non dirigente in quanto la mission della mia professione è sicuramente il “presiedere” un luogo di formazione delle future generazioni, la funzione dirigenziale è sicuramente importante ma di secondo piano rispetto a quella che è la vera è priorità della scuola. Il mio primo mese qui nella vostra città è stata a dir poco frenetico, mille cose da comprendere e da gestire, la mancanza di una figura fondamentale per la scuola quale il DSGA ha complicato ancora di più le cose ma le abbiamo gestite al meglio. L’approccio alla scuole è stato più che favorevole, sono stato accolto dal corpo docenti e dal personale ATA in modo caloroso e con una loro disponibilità che ha facilitato il mio ingresso al Pacioli. Quindi dovendo dare un voto (non ci dimentichiamo che sono sempre un professore mutuato al ruolo di Preside) al mio primo mese in questa istituzione scolastica sicuramente un 8 pieno.»
2) In pochi anni il «Pacioli» ha vissuto cambi di guardia repentini. Come ha trovato questo Istituto che riunisce una platea scolastica di ben oltre mille alunni, un gruppo qualificato ed entusiasta di docenti, una comunità ATA che si adopera ed Uffici con compiti diversi e tutti complessi? Di quale salute gode o soffre oggi l’unico Istituto superiore pubblico che è a Sant’Anastasia?
«Mi faccia questa domanda fra qualche mese quando avró contezza delle reali situazioni della scuola. Ad ogni buon conto la scuola ha una capacità di resilienza e di rinnovamento unica nel suo genere legata alle persone che lavorano al suo interno. Sicuramente al Pacioli la componente professionale, sia docenti che ATA, risulta essere ottima, quindi l’Istituto gode di buona salute.»
3) Che cosa conosceva di Sant’Anastasia prima che Lei venisse qua a guidare il «Pacioli» direttamente da Pagani dove, invece, ha guidato con personalità e successo per 7 anni un istituto Comprensivo?
«La correggo l’Istituto di Pagani era un circolo didattico e sono stato li sei anni, giusto per amor di verità. Di Sant’Anastasia conoscevo ben poco giusto il culto della Madonna dell’Arco, essendo io napoletano ho ricordi dei fujenti che giravano per le strade del centro storico chiedendo oboli per il culto delle Vergine.»
4) Che cosa ha in mente di far diventare questo Istituto nei prossimi anni?
«Anche questa è una domanda prematura, posso sicuramente dirle che vedo questa scuola proiettata in una dimensione europea mediante vari programmi studio che gia stiamo attivando. Nella mia idea di scuola esiste una dimensione inclusiva, quindi tutti i tipi di diversità saranno oggetto di attenzione, al momento Le posso dire che immagino una scuola dove gli alunni sono messi al “centro” e avranno voglia di sperimentare e crescere e dove i lavoratori possano esercitale la loro professione in modo sereno e gratificante.»
5) Molte scuole di comunità cittadine diventano servili, soprattutto se scuole dell’obbligo e comprensivi, verso il potere politico locale quasi fossero senza un’autonomia che, invece, ogni scuola dovrebbe custodire gelosamente. Così ad ogni occasione si vedono qui come, in tante città e comuni, politici ed amministratori locali sempre presenti a fare la «passerella» per mantenere anche attraverso le scuole il loro potere e creare proseliti e bacino di voti. Lei farà lo stesso qui al «Pacioli» o ci terrà a mantenere una indipendenza che tuttavia sappia farsi anche collaborazione quando serve ed occorre?
«Con l’amministrazione sarà instaurato un rapporto di “leale collaborazione” come del resto è previsto normativamente ciascuno con le proprie prerogative e i propri livelli di autonomia.»
6) Che cosa ha apprezzato di più in queste prime settimane di lavoro qui a Sant’Anastasia?
«Sicuramente la grande disponibilità di tutto il personale e le continue sollecitazioni che mi arrivavano finalizzate ad un inversione di rotta del Pacioli.»
7) Avvalersi di tanti docenti preparati e pronti dovrebbe essere l’obiettivo di tutti i Dirigenti scolastici quando questi non sono vanitosi, autocelebrativi e non mettono in mano solo a pochi docenti tutte le iniziative di un istituto scolastico complesso come questo. Si chiama, come Lei sa, leadership diffusa che tutti invocano ma pochi fanno. Lei riuscirà a coinvolgere e mettere in luce le qualità e le competenze di quanti più docenti possibili che sono in questa scuola o sarà come spesso un cerchio piccolo e chiuso?
«Come dicevo prima la mia è in idea di scuola inclusiva il che si declina forza maggiore per una leadership diffusa. Nelle mie intenzioni è ovvio che cercherò di coinvolgere tutti coloro che vorranno affiancarmi in questa avventura. Sarà solo il tempo che potra dirci se ci sono riuscito o meno… aspettiamo.»
8) Il «Pacioli» ha due sedi. Una, degna di questo nome dove Lei ha l’Ufficio e la gran parte delle classi. L’altra, fatiscente e inadeguata, è a Sant’Antonio. Chi l’ha preceduta, soprattutto il preside De Michele, ha tentato in tutti i modi affinché il «Pacioli» potesse contare sugli spazi dei Domenicani che sono a Madonna dell’Arco o su altra sede adeguata. Ma lo sforzo non è andato mai a buon fine. Lei crede sarà più fortunato riuscendo ad ottenere qui a Sant’Anastasia una sede degna di questo nome per dare sviluppo ai diversi indirizzi del «Pacioli» unico istituto scolastico superiore della città?
«Mi fa una domanda da un milione di euro! Sarei solo presuntuoso se dicessi che sicuramente ci riuscirò, ma mentirei prima a me stesso e poi all’utenza. Unica cosa che posso dirLe che faro del mio meglio per valorizzare al meglio l’Istituzione scolastica a me affidata.»
9) Preside Trusio, se dovesse cercare tre aggettivi per definirsi come docente e dirigente di scuola pubblica e come «viaggiatore» di questo tempo incerto ed indefinito, come si definirebbe e perché?
«Testardo. Coerente. Visionario.»
10) «glianastasiani.it» è lo spazio web di un giornale che si tiene lontano dalla cronaca spicciola e che fa parte di un gruppo redazionale che si occupa di molte altre cose, diverse e per nulla locali. Su queste pagine abbiamo raccontato in questi anni quando si poteva la vita dei ragazzi del Pacioli e lo faremo con gioia anche nel futuro. Inoltre il «Pacioli» farà parte di una redazione allargata ad altre città e comunità della Campania che sono nel nostro progetto «lacamorra.it» e della rivista collegata per combattere illegalità e corruzione diffusa che spesso è anche e persino nella scuola, agenzia e comunità educante per eccellenza. Come sono i ragazzi di questo istituto? Come li ha trovati? Cosa potrà fornire loro il «Pacioli» per avere successo in un mondo che cambia e soprattutto il valore aggiunto della conoscenza e della cultura?
«I ragazzi sono sempre la parte migliore delle scuole e della societa. Nel primo mese qui al Pacioli li ho conosciuti tutti personalmente girando per le classi e parlando con loro. Mi chiede come sono i ragazzi del Pacioli, le rispondo dicendo che sono ragazzi e al loro interno hanno mille potenzialità che questa istituzione scolastica cercherà di sviluppare, hanno mille sogni che cercheremo di accompagnare, hanno mille aspettative che cercheremo di non deludere. Cosa possiamo dare noi ai nostri ragazzi? Possiamo ascoltarli, possiamo accompagnarli nei loro percorsi, possiamo essere punto di riferimento sia culturale che personale Per me la scuola non è solo un luogo dove si studia, ma è soprattutto un luogo dove si formano coscienze e si forgiano le future generazioni quindi io e tutto il personale del Pacioli possiamo dare ai nostri ragazzi la nostra disponibilità e il nostro ascolto mettendoli sempre al “centro” di tutte le progettualità che si metteranno in campo.»
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Il fotoracconto dell’incontro con Attilio Trusio