Stanno andando via troppe persone… . Scomparsi come neve al sole
Oggi Salvatore Vitale (65 anni) e Pierino Abete (73 anni). Ieri, nei mesi scorsi, lo scorso anno tanti altri anastasiani che quando vanno via anzitempo per quel brutto male che li coglie indifesi fà sempre più rumore in una comunità che non è una metropoli e che, nonostante tutto, resta il borgo ed il paese delle proprie origini e della vita che passa così.
di francesco de rosa
Vanno via come foglie al vento rimarcando il destino dei mortali che è di tutti in ogni luogo del mondo. Vanno via come fossero vasi d’argilla nell’era della vita imperitura che oggi la si dice più longeva, più tecnologica, più onnipotente. Eppure. Eppure si va via come fossimo niente come in fondo siamo. Come in molti dimenticano. E nonostante io sia stato tentato più volte a scrivere dei tanti miei concittadini che ho conosciuto e stimato e che sono andati via troppo presto in questi ultimi anni ho desistito a scrivere per non speculare sull’unica cosa più crudele e misteriosa che la vita porta con sé: la morte. Quella che Francesco d’Assisi chiamò persino “sorella” e che livella tutti: i giusti, i cattivi, i disgraziati, i prepotenti, i generosi, gli altruisti, quelli che hanno tutto e gli altri che hanno nulla o pochissimo. Certo, la morte livella le ingiustizie della vita ma la dipartita di Salvatore Vitale, classe ’58, mi lascia sgomento sotto i ricordi di tutti gli anni e gli avvenimenti che abbiamo avuto il tempo di vivere. Salvatore era uno di casa e di famiglia: quella che vive di affetti e di condivisioni. Persona perbene e dalle spiccate sensibilità umane. Un giorno, quando un problema di salute lo costrinse ad un ricovero più lungo mi disse: “io sono nato vecchio”! Aveva parole d’amarezza ma di fatto quel giorno voleva dire che era stato concepito in età adulta dai suoi genitori che ricordo benissimo nonostante fossi solo un ragazzino. In una piccola comunità come quella anastasiana ciascuno ha almeno un ricordo caro e vivido di molti altri. Se poi gli altri li hai visti crescere e diventare adulti da sempre, ne hai raccolto anche stati d’animo e parole, ne hai apprezzato le azioni e allora chi muore tra loro cambia davvero il modo di vedere e di vivere il mondo per chi resta e vive.
Ho perso amici carissimi con cui condividevo mille affanni ma anche la leggerezza che la vita, finché c’è, dovrebbe avere. Con gli anni ci si abitua che tutti gli uomini sono mortali e che possono andar via all’improvviso. Intanto chi ha conosciuto Salvatore Vitale ne ha apprezzato il suo modo di stare al mondo, lo scrupolo con cui lavorava nel settore della sanità pubblica e della salubrità mentale. I suoi elettroencefalogrammi scrutavano le sofferenza di tanti ammalati a cui lui dava ogni tipo di supporto quando era all’ospedale di Pollena Trocchia come a Torre del Greco. Cresciuto ispirato alla vita associativa del convento francescano di Sant’Antonio, dove anch’io ho vissuto anni della vita passata, Salvatore Vitale non aveva mai perso il senso e la responsabilità della sua fede cristiana viva e salda. Gli ultimi anni lo hanno chiamato ad attraversare con lucidità ed attaccamento alla vita la sofferenza che ha dovuto subire. Per averlo in mente così come l’ho sempre visto, sorridente e rispettoso, attento a vestirsi con cura per il suo gusto estetico spiccato (così com’era nella foto che gli feci e che ho deciso di pubblicare qui) ho voluto evitare di andarlo a trovare in questi ultimi mesi per non farmi vincere dallo sconforto che mi danno sempre tutti coloro che devono affrontare un destino avverso e crudele. Hanno confortato non poco le cure che Salvatore Vitale in questi mesi ha ricevuto dalla moglie, la cara Franca, da suo fratello e caro Santolo (per tutti noi Santino), dagli amici più cari che gli sono stati vicini. Cure che sono state preziose anche se non potevano riuscire a cambiare il decorso nefasto. Resterà di Salvatore Vitale, come di Pierino Abete, come di tutti gli altri che sono andati via in giovane età l’amara verità della quale ancora oggi chi resta vivo e “sopravvissuto” non vuol capire. Che la vita è un lampo, che odio, arrivismo, la bugia e l’inganno, la ricerca di potere, le ricchezze, l’arroganza, la maldicenza e la cattiveria degli umani mortali non serve a nulla. Non porta né lascia nulla di buono. Al contrario. Chi si prende davvero cura degli altri in silenzio e sempre nell’ombra e non attende premio pubblico, come ha fatto tante volte Salvatore Vitale, lascia l’esempio di azioni che sanno di bellezza, impegno cristiano, di filantropia e volontariato che restano belle anche quando la vita finisce così presto e senza alcuna possibilità d’appello. Ti sia lieve la terra, caro Salvatore. Come lieve sia a Pierino. Come lieve sarà stata a tutti coloro di cui non ho scritto ma che restano nel mare dei ricordi e del cuore persone bellissime e perbene di cui la nostra comunità cittadina ha dovuto fare a meno.