I ragazzi del “Pacioli”, mobilitati a favore dell’ambiente, fanno appello ai cittadini (criminali della natura)
Metti che Greta Thunberg, una ragazzina svedese, diventi il simbolo di una nuova coscienza per la difesa dell’ambiente. Con i suoi quindici anni (oggi sedici) con la forza del suo pensiero, la bellezza delle parole che disse alle Nazioni Unite nell’ottobre del 2018. Metti che il 15 marzo del 2019 in tante parti del mondo, i suoi coetanei sono scesi in piazza a dire “difendiamo il nostro futuro, il futuro del nostro pianeta!”.
Ai grandi del mondo la ragazzina svedese aveva detto:
“Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia. Parlo per conto di Climate Justice Now. Molte persone dicono che la Svezia è solo un piccolo Paese e non importa quel che facciamo. Ma ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. E se alcuni ragazzi ottengono attenzione mediatica internazionale solo perché non vanno a scuola per protesta, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente.
Ma per fare ciò dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. Voi parlate solo di una infinita crescita della green economy, perché avete troppa paura di essere impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno di emergenza. Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno, anche questo fardello lo lasciate a noi bambini.
A me, invece, non importa di risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e del pianeta. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare ad accumulare un’enorme quantità di profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. É la sofferenza di molti a garantire il benessere a pochi.
Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi. Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza.
Non possiamo risolvere una crisi se non la trattiamo come tale: dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza. E se le soluzioni sono impossibili da trovare all’interno di questo sistema significa che dobbiamo cambiare il sistema. Non siamo venuti qui per pregare i leader di occuparsene. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene al popolo. Grazie.”
Il 15 marzo scorso la classe IV B, del Liceo Scientifico “Luca Pacioli” di Sant’Anastasia, una piccola cittadina in provincia di Napoli, accompagnata da un professore del loro corso di studi sagace e poliglotto di nome Francesco Piccolo, ha realizzato un cortometraggio nel corso di un’esperienza di alternanza scuola/lavoro proprio sul tema dell’ambiente e della sua tutela.
Gli alunni della IV B del “Pacioli” sono andati sui sentieri del monte Somma, in pieno Parco nazionale del Vesuvio, guidati da un giornalista folle e visionario che, non rivelando nemmeno sotto tortura il proprio nome, ha voluto raccogliere i loro pensieri, le reazioni a braccio che ne sono venute, l’appello accorato che gli alunni della IV B hanno voluto fare ai cittadini (assassini) che versano ogni tipo di rifiuto in mezzo ad una natura che sarebbe bellissima se non fosse oltraggiata ogni giorno e ogni notte da criminali della porta accanto che abbandonano i loro rifiuti ovunque.
I ragazzi della IV B del “Pacioli” hanno trovato persino i nomi (degli assassini) sui quaderni e sui libri abbandonati in mezzo alla natura. E li hanno denunciati con questo cortometraggio che qui mandiamo in rete. Basterebbero piccoli gesti di denuncia e di sensibilizzazione, senza strumentalizzazioni politiche, per invertire una tendenza e ribellarsi allo scempio che molti cittadini, spesso proprio quelli che più fanno finta di indignarsi, causano.
Ecco il cortometraggio che hanno realizzato…