Duemiladiciotto, l’anno degli anastasiani. Domande sul prossimo futuro
Alcuni giovani, troppo ambiziosi, che siedono in Consiglio comunale (in maggioranza e in opposizione), vogliono farsi luce mettendo in ombra tutti gli altri. Mettono in ombra persino quelli della propria maggioranza o della propria opposizione. Si chiama “protagonismo” senza compromessi. Si prendono meriti senza confini. Si fanno i selfie e fanno foto di cantieri e lavori, commentando in tempo reale gli interventi (o i ritardi se sono minoranza) dell’amministrazione. Parlano e scrivono sui loro profili social sempre e solo al singolare senza mai menzionare il proprio gruppo politico, la propria giunta, il proprio sindaco, il proprio gruppo di minoranza. Agiranno, costoro, anche nel 2018, come se fossero da soli impegnati in una corsa che va dritta verso le proprie ambizioni? Nel frattempo, alcuni soliti nomi, che sono vicini ai 60 anni e più, e stanno da decenni in politica locale vorranno “mollare la presa” nel corso del 2018 e anche gli spazi che occupano o, al contrario, agiranno ancora attraverso i loro “burattini” che sono in consiglio comunale quando non sono loro stessi a sedere lì? E l’ex sindaco Esposito, condannato per tangenti anche se con pena sospesa, vorrà finalmente capire che è l’ora di farsi da parte nel 2018 per non continuare ad inquinare, con la sua storia e i finti moralismi, la politica locale e i giovani che gli stanno ancora attorno? O, invece, più di prima, con l’avallo degli anastasiani che gli cliccano ancora “mi piace” sui social ad ogni suo post, avrà in testa di ritentare la scalata al potere per avere dal potere gli stessi “benefit” e la visibilità che aveva prima del suo arresto? E, ancora. Alcuni gruppi che hanno avuto propaggini “politiche” (vedi i focolarini) nuovamente attivi nella cultura, nel sociale, nella ricerca di luoghi dove tornare visibili (vedi operazione congrega di piazza Trivio) vorranno nuovamente costituirsi in forza politica per rioccupare gli stessi spazi di potere che hanno avuto negli scorsi anni o si “limiteranno” all’impegno sociale? Nel frattempo, la giunta del sindaco Lello Abete, che ha resistito ai pendii del percorso, riuscirà a fare, nel 2018, quello che si è prefissata di fare, con una maggiore velocità, preparando una compagine coesa e convincente per le elezioni del 2019 capace di riportare l’attuale sindaco, di nuovo, alla guida del paese? E, ancora, per restare in politica, le prossime elezioni “nazionali” con le quali eleggeremo il nuovo Parlamento italiano, in agenda il 4 marzo, potranno essere anche una prova generale per le elezioni amministrative del 2019 con alleanze, fili, burattinai, burattini e candidati noti e meno noti? E tra i candidati al Parlamento troveremo anche anastasiani, più o meno giovani, in cerca di successi, ricicli e trampolini? Si muovono lungo questi solchi alcune domande “politiche” che occuperanno l’attenzione del 2018 visto da Sant’Anastasia.
Poco più attorno, la vita delle parrocchie anastasiane non è mai stata così divisiva. I parroci non si incontrano da mesi e mesi e, spesso, persino dagli altari si mandano frecciate sferzanti o, semplicemente, si ignorano. Cambia persino il percorso delle processioni religiose (per limitarci al legame tra il parroco della Chiesa Madre con la parrocchia dei Frati francescani di Sant’Antonio) pur di non ripetere qualche brutta e “pubblica” esperienza del 2016. Continuerà la distanza che c’è tra loro anche nel corso del 2018 o qualcuno prenderà a cuore il tema per fare di più e meglio comunità tra coloro che invitano, per “professione” a fare comunità? E, ancora, il nuovo “modello” di gestione dei padri domenicani di Madonna dell’Arco (dopo gli errori passati, il vociare sugli stili di vita e le condotte sessuali inopportune di taluni che fanno vita consacrata, le Aule liturgiche trasformate in bazar e mercati, le “cricche” divisive, i licenziamenti poco prima del più recente Natale, i lavoratori prima licenziati e ora, parrebbe, tenuti in nero presso la Casa di riposo) sarà, questo nuovo modello rampante, capace di essere davvero un punto di riferimento inclusivo per tutto e tutti gli anastasiani di Madonna dell’Arco e del centro storico più a monte senza dar adito ad inimicizie, conflitti, più o meno evidenti, a Sant’Anastasia? E, ancora, volendo restare vicini al santuario, l’unica biblioteca pubblica che c’era a Sant’Anastasia, quando tra poco riaprirà, sarà ancora e anche una biblioteca o solo un posto per alcune diverse e lodevoli associazioni che sono state sfrattate dal centro Liguori destinato invece ad essere sede scolastica? Che cosa di nuovo e di interessante, nel corso 2018, l’offerta culturale a Sant’Anastasia saprà realizzare oltre le più o meno solite direzioni su cui si è messa in questi anni?
Sul tema dell’economia locale, invece, il 2018 potrà consolidare il successo delle nuove attività commerciali che sono nate a piazza Trivio senza scatenare anche le invidie, la strumentalizzazione politica, la stupidità ed il pettegolezzo degli anastasiani che sono sui social e di quelli che sono per strada che su quelle attività di piazza Trivio ne hanno già dette e scritte di ogni genere? E l’isola pedonale che a piazza Trivio diverrà operativa le sere del fine settimana potrà essere un ottimo test per capire come far decollare per sempre (e anche di giorno) quella piazza ed altre piazze, strade e zone del paese facendole diventare una meta per i ragazzi che vengono da altre cittadine? Quali saranno, nel 2018, le iniziative concrete a favore dello sviluppo di Sant’Anastasia e quale apporto potrà dare ad esso il nuovo strumento urbanistico che l’Amministrazione potrebbe approvare e rendere efficace già nel corso del 2018? Riuscirà il nuovo anno ad allargare il successo di imprese ed imprenditori che si sono saputi distinguere in questi anni? Il 2018 riuscirà a segnare una maggiore collaborazione tra tutte le dirigenti scolastiche che in questi anni si sono osteggiate senza risparmio oppure nuovi conflitti e antagonismi sono già dietro l’angolo? E, inoltre, le associazioni di Sant’Anastasia riusciranno a condividere un clima di maggiori collaborazioni invece che duplicarsi per tentare di “farsi fuori” a vicenda? Sul tema dell’ambiente, infine, il versante anastasiano del Parco nazionale del Vesuvio continuerà, nel corso del 2018, ad essere uno sversatoio di rifiuti o potrà contare su comportamenti più civili e virtuosi dei cittadini di questi territori? Nel 2018 gli anastasiani continueranno ad agire animati soprattutto da uno sfrenato individualismo (di individui, di gruppi, di parrocchie, di professionisti, di artigiani, di politici locali, di artisti, di associazioni) oppure capiranno che è bene affermare meglio e di più il senso di una comunità che farebbe bene a tutti? Nel frattempo, sul tema sicurezza, i Carabinieri hanno davvero intenzione di tenere aperta una caserma a Sant’Anastasia e, se sì, dove sarà?
Esattamente come in ogni cittadina del mondo, come in ogni medio o piccolo agglomerato urbano, la grande scommessa, a queste latitudini più rischiosa che altrove, è quella di investire per far crescere il senso civile della comunità che si confronta, che include tutti, che discute di temi veri. Ciascuno dei quesiti posti sopra meriterebbe un capitolo a parte, clemenza e rigore, inchiesta ed approfondimento senza, per questo, mettere nessuno sulle graticole mediatiche o linciato sui social dove tutti si scrivono addosso. Le trame che il 2018 sta preparando, per fortuna, nessuno le può prevedere. Ci sembrava, comunque, di buon auspicio mettere le dita tra alcuni degli interrogativi che un anastasiano oggi può porsi. Le risposte, noi, il tempo e gli altri, le troveremo nei prossimi mesi. Con gli auguri di tutti coloro che hanno partecipato e parteciperanno alle attività di questo portale, luogo digitale dove l’informazione trova nuove e diverse sfumature, affinché il 2018 sia per tutti un anno ricco di evoluzioni e di cose buone.